Nella città di Penne, a Colleromano, c’è un albero chiamato “Quercia Regina” perché era la più grande di altre simili, di cui restano solo pochi giovani esemplari, le altre sono state tagliate durante la seconda guerra mondiale per farne legna da ardere.
La collina di Colleromano è circondato per più della metà del suo suolo da un bosco di leccio (Quecus ilex) a nord-ovest, ma il nostro albero secolare, che si trova fuori dal bosco ad est, è una roverella (Quercus pubescens), e prende il sole anche da sud, ideale per questa specie che predilige le zone assolate.
Le querce erano una risorsa nei tempi passati perché con le ghiande da esse prodotte si allevavano i maiali, questi venivano fatti pascolare sotto di esse quando i frutti maturi cadevano a terra, le ghiande della roverella maturano ogni anno mentre in altre specie occorrono due anni, quindi era adatta per l’allevamento dei suini.
Le roverelle possono crescere fino a 20m e questo esemplare sembra esserci arrivato, il tronco ha dimensioni imponenti, nel giugno del 2012 misurava 5,4m di circonferenza, la chioma ha forma espansa con foglie alternate sui rami che perde in inverno inoltrato, è l’ultimo a perdere le foglie tra gli alberi decidui della zona.
Questo albero è sopravvissuto ai secoli, ai fulmini che hanno anche lasciato traccia sui suoi rami, al taglio nella seconda guerra mondiale, al taglio di parte delle radici negli anni ’70 per la realizzazione della costruzione della casa nelle sue vicinanze, per la cui sicurezza nel 2002 si è posto un imbracatura ai suoi rami, ma è ancora viva ed in mezzo a noi.
Si ringrazia l’Associazione San Cesidio Giacomantonio – Colleromano e Remo Triozzi per il sostegno alla realizzazione dell’articolo.
La galleria qui riportata, ad opera di Antonio Di Vincenzo e Lorenzo Di Nicola, è stata realizzata tra l’aprile del 2011 e dicembre del 2012, per mostrare l’albero in tutte le sue fasi di vita, nell’arco delle varie stagioni, e nel suo ambiente.
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