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Sezione di
Penne
di Italia Nostra

La chiesa di San Giovanni Battista a Penne è ormai chiusa al pubblico da alcuni anni, quindi non si possono più vedere gli interni che si possono ammirare nella galleria fotografica mostrata sotto.
Negli ultimi tempi è quindi possibile osservare solo l'esterno di questa splendida chiesa del barocco abruzzese, purtroppo osservando questo si nota come gli eventi climatici, vento e neve, stanno facendo scivolare le tegole del tetto, questo sicuramente sta portando al verificarsi di infiltrazioni di acqua all'interno. La chiesa soffriva già di infiltrazioni di umidità dal basso, ossia dal suolo, con la presenza anche di quelle dall'alto, dovute alle cattive condizioni attuali del tetto, la situazione così manifestata potrebbe portare all'irrecuperabile perdita di un altro pezzo d'arte a Penne, come è accaduto per altre opere della città, nell'indifferenza e nel rinviarsi delle responsabilità da parte degli enti pubblici preposti.
Le foto della galleria fotografica realizzate da Lorenzo Di Nicola nel marzo del 2011, ci mostrano la situazione prima del verificarsi degli eventi citati sopra, quindi si auspica un pronto intervento di recupero del tetto al fine di salvaguardare i bellissimi interni della chiesa.
Cenni storici.
La chiesa di San Giovanni Battista a Penne faceva parte del monastero dell’Ordine Gerosolimitano, che è il ramo femminile Sovrano Militare Ordine di Malta, che esisteva a Penne.
Il monastero di Penne - costituito da monache coriste, cioè nobili, e da converse, non nobili - è uno dei più antichi: la sua fondazione voluta dai Trasmundi ed altre pie famiglie pennesi, secondo gli storici ottocenteschi che attingono dalla celebre Relazione manoscritta del Casale del 1766, risalirebbe al 1230, il monastero sorgeva fuori le mura cittadine, presso Borgonovo, al di sopra di contrada Ossicelli.
Dopo la distruzione del Borgonovo, avvenuta nel 1436 per mano del Caldora durante la guerra tra gli angioini e gli aragonesi per il dominio dell’Italia Meridionale, le gerosolimitane, si trasferirono all’interno della Città in alcune abitazioni situate alle pendici del Colle del Duomo e proseguirono le loro attività di assistenza agli infermi e derelitti.
Nel 1523 le religiose ottennero da Giuliano de Rodolphis, Gran Priore dell’Ordine sedente a Capua, il benestare di edificare il nuovo monastero intra moenia, confinante con la chiesa dell’Annunziata, e successivamente di edificare l’annessa chiesa dedicata a S. Giovanni Battista, patrono dell’Ordine Gerosolimitano.
La Priora Antonia Mirti di Tossicia nel 1605, come attesta una lapide posta all’interno dell’attuale Tribunale (T. PRE PRIOR SUOR M. ANT. MIRTI A.D.1605) concluse i lavori di ampliamento del monastero e la costruzione di un alto muro a strapiombo che incombeva su via dei Ferrari (Corso E. Alessandrini).
La chiesa cinquecentesca fu ammodernata (termine che indicava le ristrutturazioni di quell’epoca) nelle forme barocche dalla Priora Maria Anna Lanutti di Chieti nell’anno 1700.
Il nome dell’architetto incaricato al progetto rimane ignoto; si conoscono invece i nomi dei mastri costruttori: Francesco e Donato Augustone e Giovanni Bossi provenienti dal Ticinese.
La pianta ricalca la cappella di Sisto V in Santa Maria Maggiore di Roma: croce greca coperta a cupola con il braccio d’ingresso più lungo, affiancato da due cappelle laterali e ulteriormente prolungato da un vestibolo che sorregge la cantoria.
Al suo interno si trovano opere del ticinese Giovanni Battista Gianni, di Giovanni Battista Gamba e dello scultore pennese Francesco Paolo Evangelista detto il Sansonetto.
Il pavimento realizzato nel 1849 da Giovanni Sellarini a mosaico veneziano (terrazzo) fu commissionato dalla Priora Maria Raffaella Costanzo di Chieti.
Alla destra di chi guarda l'altare perpetuo, una epigrafe, collocata nel 1751 dall’Antinori, Gran Priore dell’Ordine, ricorda la concessione da parte di Benedetto XIV (Prospero Lambertini) nel 1750 dell’indulgenza per chi facesse celebrare messa nel giorno della commemorazione di tutti i morti, nel venerdì di ogni settimana, per i propri parenti consanguinei ed affini e per i benefattori del monastero.
L’ indulgenza plenaria fu concessa poi dallo stesso pontefice con Breve Apostolico dell’11 gennaio 1751 per quelli che visitano la chiesa delle Gerosolimitane di Penne nel dì della nascita e della decollazione del Battista (24 giugno e 29 agosto).
La galleria fotografica è stata realizzata da Giuseppe Orsini nel gennaio 2011.